Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore... poi venne il resto

martedì 7 giugno 2022

Sono intervistato a Lavagna (Genova)

Sabato, 4 giugno 2022, a Lavagna, in provincia di Genova, sono stato invitato in occasione della 4ª edizione di “Motori in Agorà” durata due giorni (4 e 5 giugno), promossa dall’Associazione Culturale l’Agorà di Lavagna con l’avvallo dell’Associazione Ligure Letteratura Giovanile di cui ne fa parte Fabio Bianchi. Questa intervista – fatta da Daniela Soncina – è stata presa al volo, appena arrivato a Lavagna. L’indomani c’è stata un’altra intervista e, alla fine, mi è stata regalata una preziosissima Targa Ricordo della presentazione del mio imminente libro “Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore... poi venne il resto”: GRAZIE.

Chi volesse vedere l’intervista, clicchi su questo link:

https://www.facebook.com/daniela.soncina.1/videos/5213240862078155/

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Ore 4 del mattino dell’8 luglio 1976, in clima delle mitiche notti bianche: a Nord Kapp (Norvegia), con la “Vespa 200 Rally”. Con questa stessa Vespa, l’anno dopo sono andato in India. La mia prima tappa è stata di 924 km (giungendo a 63 km da Fulda, in Germania), e il 2° giorno ero già in Svezia (13 km dopo lo sbarco a Helsingborg del traghetto, per un percorso sul suolo stradale di 857 km). Il 3° giorno ero arrivato a Stoccolma. Ecco le altre tappe, a cominciare dalla 3°: km 580 (Stockholm); km 585 (km 12 da Umea, in Svezia); km 711 (km 87 da Sodankyla, in Finlandia); km 713 (Nord Kapp, 6° tappa, in Norvegia); km 186 (vicino ad Alta, in Norvegia); km 230 (Nordreisa, in Norvegia); km 342 (km 60 ca. da Narvik, in Norvegia… e poi capitò l’incidente stradale). Infatti, dopo 5.128 km di mototurismo ho subìto un incidente al quale sono seguiti dieci giorni di ricovero ospedaliero, inconveniente che purtroppo ha interrotto la mia escursione. – Media giornaliera fino all’arrivo a Capo Nord: km 728,33 – Media giornaliera complessiva: km 569,77 🛵

28 agosto 1977: dopo otto chilometri di sterrato mi fermo nei pressi di Sirnak (nel Kurdistan turco, tra Cizre e Hakkâri), avendo una gran sete. Bevo birra in lattina e compro due meloni da un ragazzino che ha un mulo. Mi fa intendere che in seguito ci saranno duecentosettanta chilometri di strada non asfaltata, ricca di angusti e pendenti tornanti. Chissà se sia mai stata vista una Vespa, per di più carica di bagagli, su questo sterrato? In seguito, infatti, troverò il percorso più terribile dell’intero viaggio verso l’India. In questo stesso giorno, c’è il grippaggio della Vespa... inizia quindi un’odissea imprevista. E ADESSO… NOTE UTILI PER I VESPISTI. Prima di partire per questo viaggio il tachimetro indicava 29.570 km. Prima di riprendere la seconda parte dell’escursione, registrava 33.935 km. Al ritorno il tachimetro si è fermato a 52.414 km, quindi 240 km non sono considerati a causa della rottura del filo del contachilometri tra il Nepal e l’India. L’intero raid, durato 334 giorni, si è svolto in 59 giorni di marcia effettiva, su un percorso di 22.418 chilometri di cui 3.964 relativi alla prima parte del viaggio e 18.454 relativi alla seconda. Occorre aggiungere 401 chilometri percorsi durante i periodi di permanenza in Turchia e in Iran, rispettivamente 27 e 374 chilometri, e 265 chilometri percorsi durante le soste nelle varie città, portando quindi il conteggio finale a 23.084 chilometri. In Asia ho percorso 17.851 chilometri, e in Europa 5.233: di questi ultimi, 2.153 nell’andata e 3.080 nel ritorno. Per precisare ancor meglio, ho percorso 15.547 chilometri con circolazione a destra e 7.537 con circolazione a sinistra. * Media giornaliera complessiva dell’intero viaggio, periodo di sosta escluso km 384,4 * Media giornaliera complessiva dell’intero viaggio, periodo di sosta incluso km 391,2 🛵

Questo sacco a pelo con zanzariera ha la particolarità che non c’è bisogno di corde di sostegno per sorreggere la gabbia, il che costituisce un sistema originale e pratico (non in commercio). È una mia idea, forse un po’ bizzarra: basta avere un sacco a pelo, al quale si fanno aggiungere otto punti fissi d’aggancio lungo i bordi. Ai ganci si attaccano strette asticelle tonde di PVC estraibili (lunghe tra gli 81,5 e gli 82,5 centimetri). Su questa si posa una zanzariera disegnata su misura. L’unico fastidio è, se vogliamo, il contenitore di stoffa lungo e stretto con tanto di maniglia, fatto su misura (da mia madre), capace di contenere dieci asticelle tonde di PVC con l’aggiunta di quattro appositi dischi di congiunzione delle stesse: ci sono due asticelle e un disco in più del necessario, come scorta. Il contenitore si porta in spalla, accanto allo zaino: è assai leggero, però un po’ ingombrante. Questo sacco a pelo con zanzariera l’ho progettato in occasione del mio viaggio in Sud America, durato dal 1° ottobre 1987 al 24 aprile 1988. La particolarità è che non c’è bisogno di sostegni esterni per sorreggere la struttura.

3 marzo 1988: nel cimitero di Ollague (m 3.695 s/m, in Bolivia), con il francese Christophe Guyot, ritrovato per la quinta volta in questo viaggio della durata di sette mesi Christophe, uno dei due transalpini incontrati sul Rio delle Amazzoni, sulle coste brasiliane del Nordeste e, il 23 gennaio, nella Terra del Fuoco. Quanto è piccolo il mondo! Noi abbiamo sempre viaggiato senza itinerari ben programmati, un po’ a casaccio. Io, per esempio, alla vigilia della partenza per il Sud America volevo visitare Belém, Salvador de Bahia, le cascate di Iguaçu, Ushuaia e le Ande boliviane e peruviane, ma senza avere idea del percorso da seguire: mi sono limitato a farmi guidare dall’istinto e dalle informazioni che via via ho ricevuto da altri giramondo come me. Noi due però avremmo avuto un’altra occasione d’incontro: sei mesi dopo (il 25 e 26 agosto 1988), infatti, lui è venuto a Milano dove l’ho ospitato con gioia.

Sabato, 4 giugno 2022: a Lavagna (in provincia di Genova), in occasione della 4ª edizione di Motori in Agorà durata due giorni, promossa dall’Associazione Culturale l’Agorà di Lavagna e dall’Associazione Ligure Letteratura Giovanile. Qui sono sulla Vespa con la quale Fabio Cofferati nell’estate precedente era partito verso il Giappone. Comunque, l’indomani, alla fine di questo meeting culminato con la 2ª intervista fatta, ai quattro ospiti (io incluso) è stata regalata una preziosissima Targa Ricordo.

Martedì, 25 aprile 2023: è la 1ª volta a questa manifestazione con Penny. Si era in centomila, in un serpentone umano che da Porta Venezia si arriva in Piazza Duomo. Giornata climatologicamente strana, con qualche goccia di pioggia e poi il sole. Eravamo tutti ammassati come da un po’ di anni non era più così… e questo è bello, con l’aria che tira è un buon sollievo. Io sono – sono sempre stato e sempre lo sarò – un antifascista convinto e non tollero mettere in dubbio questa celebrazione. Mai. Questa foto è stata strappata nell’unico spazio libero concessoci, ossia nell’unico punto con Penny al guinzaglio e con le zampe a terra. Per tutto il percorso l’ho tenuta in braccio, perché la cagnetta era spaesata e impaurita da tutta questa folla, solo che era come tenere in braccio una stufa talmente era calda. La maggior parte del percorso l’abbiamo fatto davanti allo striscione “o partigiano portali via” e il gruppo di Emergency.

Sabato, 20 gennaio 2024: con PAOLA SCARSI, nella sede della Polizia Locale in via Piave 9, a Cisliano (distante 23 km da casa mia), per un evento organizzato dal “Vespa Club Cornaredo”. Paola Scarsi ha fatto l’ennesima promozione del suo libro “LA PRIMA VESPA NON SI SCORDA MAI” (‘Erga Edizioni’ – settembre 2023): ha 208 pagine e tre delle quali sono tutte per me, dalla 45ª alla 47ª. Sono onorato di farne parte di questo simpatico e acclamato libro, che raccoglie sessantanove testimonianze di vita vissuta con la Vespa. E lo dico da ex vespista (e da qualche decennio anche ex giovane) che, però, nei miei lunghi viaggi intercontinentali la Vespa fu pur sempre il primo amore... ma poi venne il resto. Comunque ci siamo regalati a vicenda i nostri libri. Paola sta girando l’Italia, dalla Calabria alle Alpi, con il fermo proposito di promuovere il suo libro ovunque: io non ce la farei, non fa per me... perché su queste cose sono un pigrone.