Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore… poi venne il resto

Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore… poi venne il resto
2ª edizione – Youcanprint – 568 pagine – 2023

sabato 3 dicembre 2022

Intervista

V’invito, per curiosità, a vedere e a leggere questa colorita intervista che mi è stata fatta, composta da 25 domande e bene illustrata. È stata pubblicata domenica 1° ottobre 2023 sul quotidiano online  “Green Planet News”, scritta dal suo Direttore, Daniele Del Moro, e richiede ben 58 minuti di lettura. Sostituisce quella del 3 dicembre 2022. Ecco il link, su cui cliccare: 

https://www.greenplanetnews.it/giorgio-caeran-il-mondo-raccontato-da-un-vespista-leggendario/?

Se si fa scorrere fino in fondo, al termine dell’intervista negli ultimi due righi ci sono due link di color verde: cliccandoci sopra si accede a dei Blog in tema.

3 commenti:

  1. Ringrazio DANIELE DEL MORO per questa lunga intervista che mi ha proposto, e del resto me ne aveva già fatte due su questo genere: esattamente un anno fa, il 3 dicembre 2021, e nel marzo di quest’anno. GRAZIE. Facendola scorrere a mo’ di rullo si nota la foto panoramica con tutti i miei 6 libri, che Giuseppe Pizzo mi ha inviato: lui è un appassionato vespista – mio grande sostenitore – che ha comprato tutti i miei sei libri cartacei. Lo ringrazio di cuore: in effetti è una delle quattro persone ad avere tutti i miei libri, nessuno escluso.
    Inoltre mi fa piacere che Daniele abbia inserito anche una foto dell’11 novembre 2022: ero a Cuneo, alla presentazione del mio libro nella “Libreria L’Ippogrifo”, in Corso Nizza 1 (in pieno centro di Cuneo, a ridosso della Piazza Tancredi Galimberti). Nella foto, da sinistra a destra appaiono Mario Giachino – presidente della “Associazione Sociale Culturale Strade da Moto” –, il vice presidente Pietro Stefani (venuto da Padova) e il sottoscritto. A entrambi sarò sempre riconoscente, perché senza la loro prenotazione di ben 70 copie il mio ultimo libro non sarebbe ancora nato. Va anche detto che a Cuneo mi è piaciuta quell’atmosfera perché è stato un evento non spettacolarizzato, senza proiezioni di foto, ma semplicemente ho raccontato le mie storie. Insomma, è questa la dimensione che preferisco; ma non posso farci niente… perché io sono così. Se, anziché vedere sfilare foto su foto con la voce che le accompagna, si accetta solo sentire raccontare le mie datate esperienze di viaggio, confrontandole magari con i viaggi odierni... beh, in questo caso sono disponibile. Per il resto non mi ha mai attratto l’enfasi di questi eventi: sono un tipo schivo e di conseguenza sono più portato a fuggire da certi riflettori.
    Poi mi permetto di scrivere due righe su Franco Patrignani, soffermandomi a quando si parla della mia prima volta che io andai a trovare Roberto Patrignani, nel novembre del 1976; ebbene per ragioni di spazio non è stato inserito un breve ma simpatico passaggio. Infatti, non è stata messa questa breve frase: «Di quel giorno ricordo che accanto a due cani maremmani abruzzesi c’era un bambino di tre anni, che gironzolava lì attorno: era il figlio Franco (che poi conobbi a Salsomaggiore Terme, il 16 febbraio 2019).»
    E come non citare Roberto Donati (responsabile allo sviluppo della crescita culturale e storica del “Vespa Club d’Italia”)? È l’autore del libro “VESPA RALLY” – pubblicato nel gennaio del 2022 da parte del “Vespa Club d’Italia” – che cito per avermi dedicato due pagine (la 114 e la 115) e per di più nella copertina cartonata, tra le varie foto, c’è spazio anche per la mia Gigia e perciò ne sono onorato.
    Preciso che nuovi libri non ne ho più voglia di pubblicarne, ma comunque ci terrei a sparare altre due cartucce. La 1ª sarebbe riuscire a vendere altre 16 copie a prezzo pieno di “Mezzo secolo rincorrendo il mondo”, e poter quindi pareggiare i conti: cosa tutt’altro che facile. Ho chiesto al “Vespa Club d’Italia” (considerando che ho beneficiato dell’intervento di due figure di primo piano nel mondo vespistico: Riccardo Costagliola con la prefazione al libro e Roberto Leardi per l’inserimento nella lista dei pre-acquirenti) di mettermi una recensione nel giornalino della Vespa, ma non ho ricevuto risposte.
    La 2ª cartuccia che vorrei sparare sarebbe a seguito della 1ª: mi piacerebbe fare la seconda edizione del 6° e ultimo libro, ma so anche che innanzi tutto devo smaltire quelle copie sopra citate, dopodiché c’è la questione che per un volume così grosso non si può andare in ristampa per meno di 50 esemplari… e non è una cosa di poco conto. In questa eventuale ristampa sostituirei un paragrafo che avrei già bell’e pronto e avrei già cambiato alcune foto. Tuttavia si tratta di prospettive non facili: stavolta, però, me la prendo con filosofia… senza agitarmi come ho fatto in occasione della 1ª (e finora unica) edizione. Se questi due obiettivi saranno centrati sarebbe il non plus ultra, in caso contrario non mi ostinerò affatto… e lascerei stare. 🛵

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  2. Mi complimento con te, Giorgio, per ciò che hai fatto e fai, compreso il tuo ultimo libro. Senza voler scatenare un vespaio, mi permetto di fare un’osservazione che ritengo molto importante al riguardo di parecchi vespisti odierni che proprio non li capisco: che motivo c’è di fare dei viaggi su una Vespa vecchia ma con il motore nuovo e soprattutto non suo? Mi spiego: perché utilizzare un modello degli anni Sessanta del precedente secolo, per poi mantenere soltanto il telaio e la carrozzeria mentre tutto il resto è ultra nuovo? Boh, fatico a comprendere queste mode dei vespisti moderni, nel senso che se si vuole fare un viaggio in stile vintage che lo si faccia in tutto e per tutto ancorato a quell’epoca… altrimenti sarebbe assai più coerente partire con un veicolo moderno non solo dentro, ma pure fuori. Non facendo così sarebbe come usare un motore di un prototipo su una carrozzeria di una utilitaria stagionata: no, non mi convince; io sceglierei sempre veicoli di serie e non camuffati. Come hai fatto tu, Giorgio. Non è che usando modelli di Vespa camuffati a cinquanta o a sessant’anni fa ci si atteggi a super fighi e con una maggiore avventura da vendere? Sembra di trovarsi di fronte a degli illusionisti che fanno apparire cose non reali.
    Un’altra cosa che non capisco l’ho letta nel 1° commento dell’intervista che lo scorso 3 dicembre ti ha fatto Daniele Del Moro. Lì si fa notare la fredda distanza che il vertice del pianeta Piaggio-Vespa continua a mantenere nei tuoi confronti… come se tu fossi un appestato, un corpo estraneo, un rompiballe. È una situazione incomprensibile. Tuttavia ti auguro che tu riesca a sparare le tue due cartucce: pertanto se tu riuscissi dapprima a vendere tutte le 15 copie rimaste e poi a far ristampare il tuo ultimo libro, sarebbe il Top… anche se trovare chi di nuovo ti prenoti 50 copie è alquanto lontano dall’essere fattibile e sa più di sogno che di realtà. Purtroppo.
    Chiudo con tre spunti presi da un libro pubblicato a febbraio del 2022 da parte di un vespista ben conosciuto nell’ambiente. Tra gli acquirenti del suo libro ci sono pure io… eh, già! Non voglio fare commenti su questo racconto e sul viaggio, ma mi limito a trascrivere fedelmente tre passaggi che io reputo rilevanti su cosa significhi viaggiare oggi e qui mi riallaccio a ciò che ho detto all’inizio, non aggiungendo nient’altro. Dico solo una cosa: le due righe di pagina 38 sono spudoratamente smentite nel corso del racconto e sugli altri due spunti lascio le conclusioni a chi legge.
    «Il mio viaggio dovrà essere il più possibile analogico, ovvero senza l’ausilio di navigatori satellitari, computer, diavolerie moderne.» (pagina 38)
    «…alla fine [la Vespa] non avrà un solo particolare originale; anche se a prima vista la forma sarà quella di una docile nonnetta.» (pagina 42)
    «Elimino anche il portapacchi, la ruota di scorta, il serbatoio dell’olio e pigio tutto nel baule della Toyota.» (pagina 260)

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  3. Sono ancora io e, siccome il testo è troppo lungo, per pubblicarlo è stato necessario dividerlo in due parti. Ho quindi provveduto. Tornando su quel libro pubblicato nel febbraio dell’anno scorso – riferendosi a un viaggio fatto con una Vespa camuffata – ho altri due spunti da menzionare, seppure non rientrano nell’argomento vespistico: sono collegati tra loro e li cito per il suo significato (che comunque condanno in pieno, senza scusanti).
    «I biglietti aerei li abbiamo già presi: io avrò il volo a mezzogiorno di domani e Mimmo quello serale. Ci ritroveremo all’aeroporto di Mosca per un ultimo saluto e per la presa in consegna di un gattino da portare in Italia: Domenico mi ha convinto a entrare nel suo turpe giro di trasportatori di animali domestici. In questo modo il mio volo sarà quasi gratuito.» (pagina 338)
    «Adesso per un bel po’, di aerei non se ne parla proprio! Recupero lo scarno bagaglio, prendo un carrello e imbosco il gatto sotto le valigie. Arrivato al bancone della dogana, non vedo nessuno e tiro dritto, ma proprio mentre sto per uscire, sento dietro le spalle una voce: ‘Ehi, ma quello non lo controlliamo?’ Accelero il passo senza voltarmi, vado così forte che non mi prenderebbe neanche Marcell Jacobs!» (pagina 343)

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